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Non ho mai amato stare davanti ad una telecamera.
E’ sempre stato un cruccio, da quando faccio questo mestiere, perchè suona come obbligatorio dovere “mostrarmi”, attraverso i social o il web in generale.

Lavoro in Officina delle Arti Audiovisive, uno spazio – tra l’altro – di co-working a Parma.
Una delle cose che mi piacciono nel lavorare in uno spazio comune è la possibilità di “fare rete”, prerogativa che credo essere necessaria per una piccola azienda come la mia.
Un paio di mesi fa mi hanno chiesto di fare qualche lezione di fotografia, molto breve, da mettere sui social. L’ho trovata un’idea interessante.
Innanzitutto era una vera e propria sfida per me. Come me la cavo di fronte ad un mio personale demone? L’unica cosa certa oggi è che ho voglia di guardarlo in faccia. Che si vinca o che sia lui a dominarmi, io ho voglia di affrontarlo.
E poi era anche l’opportunità – e la scusa – per creare qualche contenuto da fare circolare. E vedere la reazione che può avere.

Così un po’ per caso, un po’ come sfida, ho detto “ok!”.

Da questa premessa sono nate tre pillole, brevi lezioni di fotografia, in cui provo ad affrontare tre argomenti che ultimamente mi stanno molto a cuore inerenti la tecnica fotografica. Due di essi trattano il colore e il modo di utilizzarlo per dare risalto ad un soggetto o ad un’emozione; il terzo prova a spiegare come illuminare un soggetto per regalargli tridimensionalità.

Ecco il primo, inerente le emozioni trasmesse dai colori.
Due labbra rosse mi portano all’eros. Un fiocco rosa… una bimba. Un lago verdastro mi suggerisce inquinamento, un vestito viola mi può portare alla magia se sono nel contesto adatto.

Di questo parliamo adesso.

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